mercoledì 7 ottobre 2009

Burqa vietato in Italia, nuova battaglia della Lega

La Lega propone di vietare il Burqa in luogo pubblico, quale forma di allineamento delle norme indipendentemente dalla propria affiliazione religiosa.
Già, perchè un motociclista, giustamente, non può portare il casco in luoghi pubblici (escluse le necessità di sicurezza richieste dal viaggio in moto), in seguito alla legge del 1975 in materia di ordine pubblico.

Perchè, in uno stato che garantisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge "senza distinzione di religione", c'è una così grande differenza?
Questa differenza va colmata, e questa proposta di legge mira a farlo.

La reazione del PD non si è però fatta attendere: "E' una legge contro le donne!";
E' contro le donne impedire che gli venga imposto un capo di abbigliamento che copre il loro viso e le rende prive di identità, a causa della mentalità "tradizionalista" dei loro uomini?
E' contro le donne garantire la sicurezza dei cittadini (chi lo sa chi si può nascondere dietro un Burqa..)?

Al PD posso solo dire: chiedete alle donne islamiche.

Ecco l'articolo da ANSA.it:

Burqa vietato in Italia, nuova battaglia della Lega

Proposta di legge destinata a far discutere

ROMA - La proposta è di quelle destinate a far discutere. Arriva dalla Lega, sottoscritta da tutto il gruppo parlamentare, una proposta di legge 'anti-burqa'. Il testo, depositato il 2 ottobre e per il quale il Carroccio auspica "tempi strettissimi", modifica la legge Reale del 1975 in materia di 'tutela dell'ordine pubblico e identificabilità delle personé che prevede il divieto di utilizzare "senza un giustificato motivo" caschi o qualsiasi altro tipo di oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento della persona. La Lega, come è stato spiegato dal capogruppo Roberto Cota e dalle deputate del Carroccio Manuela Dal Lago e Carolina Lussana in una conferenza stampa, propone di togliere il "giustificato motivo" fonte, tra l'altro, di contenziosi tra sindaci e prefetti, e inserire tra gli oggetti che non possono essere utilizzati, in quanto impediscono di essere riconosciuti, "gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". Leggi il burqa. Cota sottolinea che si tratta "di una legge per fare chiarezza".

"Non siamo razzisti - sottolinea ancora Cota - non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti. La nostra proposta è assolutamente generale, come deve essere una legge". "Nessuno - sottolinea anche la Dal lago - è contro la religione islamica. Il Corano, tra l'altro, non parla del burqa e anche l'imam del Cairo, che si è schierato contro il 'Niqab' ci dà ragione. Noi vogliamo solo dare un chiarimento affinché tutti siano riconoscibili nei luoghi pubblici". Mentre Carolina Lussana, esperta di giustizia del Carroccio, sottolinea come la dizione "senza giustificato motivo" della legge del 1975, sia stata causa di diversi contenziosi tra sindaci e prefetti. "Tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini - chiarisce - per noi la priorità è la sicurezza". La proposta della Lega lascia invariate le sanzioni della legge del '75 prevedendo l'arresto da uno a due anni e l'ammenda da mille a duemila euro oltre che la possibilità dell'arresto in flagranza.



Ed ecco la reazione del PD:

FERRANTI (PD): "L'unico effetto dell'entrata in vigore di questa legge sarebbe quello di segregare in casa le donne islamiche. E' una legge cattiva contro gli immigrati, ma soprattutto è una legge razzista e soprattutto una legge contro le contro le donne".



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